venerdì 12 giugno 2015

Meridiano di Sangue di Cormac Mccarthy (INVITO ALLA LETTURA)

Oggi ho finito di leggere un libro di Mccarthy dal titolo Meridiano di Sangue. Un libro straordinario ma al contempo intimamente duro. Maligno. Difatti, se qualcuno mi chiedesse di descrivere l'opera in una sola parola gli direi proprio Maligna. Il male inciso su carta. Ma badate bene, quello che descrive Mccarthy non è un male nichilista: ci sono personaggi e personaggi, ma la natura intesa al centro del romanzo ha perduto nel corso del tempo quella porzione di bene che contraddistingue tutti gli uomini. Perché in fondo, ogni uomo ha un lato luminoso e un lato oscuro.

Qualche citazione:

-L'ira di Dio è ancora assopita. È nascosta da un milione di anni prima che nascessero gli uomini e solo gli uomini hanno il potere di risvegliarla. L'inferno non è pieno neanche per metà. Datemi retta. Voi portate in una terra straniera la guerra concepita da un pazzo. Non sveglierete solo i cani. (vecchio mennonita – p. 43)

-Presso quel fuoco c'erano uomini i cui occhi riflettevano la luce come carboni ardenti conficcati nel cranio e uomini i cui occhi rimanevano opachi, ma gli occhi del nero si aprivano come corridoi attraverso i quali una notte nuda e primordiale viaggiava da ciò che di essa già si era consumato a ciò che era di là da venire. (p. 110)

-Ciò che gli uomini pensano della guerra non ha importanza, disse il giudice. La guerra perdura nel tempo. Tanto varrebbe chiedere agli uomini cosa pensano della pietra. La guerra c'è sempre stata. Prima che nascesse l'uomo, la guerra lo aspettava. Il mestiere per eccellenza attendeva il suo professionista per eccellenza. Così era e così sarà. Così e non diversamente. (p. 255)

-La legge morale è un'invenzione dell'umanità per deprivare il forte a vantaggio del debole. (giudice Holden – p. 257)

-Andavano avanti come investiti di una missione dalle origini remote, come legatari uniti da un patto di sangue a un ordine implacabile e antico. Perché sebbene fra loro ogni uomo fosse unico e distinto, la loro unione dava corpo a qualcosa che non era esistito prima, e in quell'anima comune si stendevano plaghe non più esplorabili di quelle regioni bianche sulle vecchie carte geografiche dove davvero vivono mostri e dove non c'è nulla del mondo conosciuto se non venti immaginari. (p. 155)



-Il capo batteva leggermente la spada, di piatto, contro il pomo della sella, e sembrava formare le parole nella mente una a una. Si chinò lievemente verso di loro. Quando gli agnelli si perdono sulla montagna, disse. Gridano. Qualche volta arriva la madre. Qualche volta il lupo. (p. 69)

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