lunedì 7 dicembre 2015

NON SERVAM (Racconto di Stanislaw Lem)

Il libro del professor Dobb è dedicato alla personetica, che il filosofo finlandese Eino Kaikki ha definito “la scienza più crudele che l’uomo abbia mai creato”. Dobb, uno dei più eminenti personeisti contemporanei, condivide questa opinione. Non si può, egli afferma, sottrarsi alla conclusione che la personetica, nelle sue applicazioni, è immorale; tuttavia abbiamo a che fare con un tipo d’indagine che, per quanto contrario ai principi etici, è per noi necessario dal punto di vista pratico. Non c’è modo nella ricerca di evitare sia la sua raffinata spietatezza sia di fare violenza agli istinti naturali dell’uomo e, se anche regge altrove, il mito dell’innocenza assoluta dello scienziato come indagatore di fatti qui è certamente crollato. Non si dimentichi che stiamo parlando di una disciplina che, con pochissima esagerazione, è stata chiamata “teogonia sperimentale”. nonostante ciò, chi scrive questa recensione è colpito dal fatto che, quando la stampa, nove anni fa, diede grande rilievo alla cosa, l’opinione pubblica rimase sbalordita dalle prospettive aperte dalla personetica. C’era motivo di credere che ai nostri giorni nulla potesse sorprenderci. L’eco dell’impresa di Colombo risuonò per secoli, mentre la conquista della Luna nel giro di una settimana fu assimilata dalla coscienza collettiva come una cosa praticamente ovvia. E invece la nascita della personetica si dimostrò un trauma.