lunedì 7 ottobre 2013

PROMETEO-GOETHE


"PROMETEO"





Copri il tuo cielo, Giove,
col vapor delle nubi!
E la tua forza esercita,
come il fanciullo che svetta i cardi,
sulle querce e sui monti! 
Ché nulla puoi tu
contro la mia terra,
contro questa capanna,
che non costruisti,
contro il mio focolare,
per la cui fiamma tu 
mi porti invidia.

Io non conosco al mondo
nulla di più meschino di voi, o dèi.
Miseramente nutrite
d'oboli e preci
la vostra maestà 
ed a stento vivreste,
se bimbi e mendichi 
non fossero pieni 
di stolta speranza.

Quando ero fanciullo
e mi sentivo perduto,
volgevo al sole gli occhi smarriti,
quasi vi fosse lassù
un orecchio che udisse il mio pianto,
un cuore come il mio
che avesse pietà dell'oppresso

Chi mi aiutò
contro la tracotanza dei Titani?
Chi mi salvò da morte, 
da schiavitù?
Non hai tutto compiuto tu,
sacro ardente cuore?
E giovane e buono, ingannato, 
il tuo fervore di gratitudine 
rivolgevi a colui 
che dormiva lassù?

Io renderti onore? E perché?
Hai mai lenito i dolori di me ch'ero afflitto? 
Hai mai calmato le lacrime 
di me ch'ero in angoscia?

Non mi fecero uomo
il tempo onnipotente 
e l'eterno destino,
i miei e i tuoi padroni?

Credevi tu forse
che avrei odiato la vita, 
che sarei fuggito nei deserti 
perché non tutti i sogni 
fiorirono della mia infanzia?

Io sto qui e creo uomini
a mia immagine e somiglianza, 
una stirpe simile a me,
fatta per soffrire e per piangere,
per godere e gioire 
e non curarsi di te, 
come me.

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